Si torna a parlare di un argomento tanto d’impatto quanto importante nella vita di tutti i giorni: il lavoro e i diritti di chi presta servizio.
La nuova proposta di legge del PD pone al centro i diritti dei lavoratori e nasce anche a seguito di un ragionamento che vede come protagoniste le nuove generazioni. Ancora sono molte le controversie riguardo ciò che è considerato giusto o sbagliato nel mondo del lavoro: da una parte, i datori si trovano nella posizione d’esercitare pretese su chi presta servizio per loro, dall’altra troviamo spesso persone stanche che non riescono sempre a non lasciarsi sopraffare dai propri compiti.
Fa nascere il dibattito proprio lo stop al lavoro, ossia quel tempo di cui ciascuna persona dovrebbe godere per vivere il lato più personale della propria vita e dedicarsi a sé stessa, alla famiglia, agli altri nonché ai progetti per il presente e il futuro. Questa pausa dovrebbe essere considerata un diritto di ogni lavoratore, pertanto il PD ha deciso di porre sul tavolo un disegno di legge che, se approvato, può dar valore alla vita del singolo al di là del tempo che spende sul posto di lavoro.
Il PD ha proposto ben sette articoli aventi come oggetto quello che chiamiamo “diritto alla disconnessione“, un diritto universale di cui devono godere tanto i lavoratori subordinati quanto i lavoratori autonomi. “Lavoro, poi stacco”, questo lo slogan alla base della proposta di legge che nasce dopo un confronto anche con le nuove generatori, rappresentate dall’associazione “L’asSociata”.
La capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga, ha voluto spiegare che il diritto alla disconnessione è un principio di cui discutere e a cui prestare attenzione, special mondo in un mondo post-pandemico. Si tratta di un diritto che vuole tutelare i lavoratori stabilendo dei confini ben precisi tra il tempo trascorso sull’attività lavorativa e quello da dedicare al riposo.
Proponendo la regolamentazione della disconnessione, il PD vuole aiutare i lavoratori a ridurre lo stress nonché a garantire un rapporto migliore tra le imprese e la forza lavoro. Anna Ascani, vicepresidente della Camera, asserisce che si tratti di un tema fondamentale, soprattutto considerando che l’Italia si trova indietro ed è necessario un punto di svolta per recuperare qualità in ambito lavorativo.
Le tecnologie mantengono costantemente connessi ma questo non può significare la dilatazione del tempo di lavoro e il portarsi il lavoro anche nel proprio tempo di riposo. L’Unione Europea ha già chiesto agli Stati membri di adeguare a riguardo la propria legislazione e alcuni Paesi lo hanno già fatto. E’ importante, stando alle parole di Anna Ascani, che i giovani sappiano che si tratti di una lotta anche per il loro futuro.
Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro, ha sottolineato che nessun lavoratore ha il diritto di essere compulsato al di fuori dell’orario del proprio turno, tramite qualsiasi forma di comunicazione tra datore e personale. Verrà richiesta a breve la calendarizzazione della proposta.
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