Marco Pantani, altre due persone nel residence in cui morì: “Arrivarono prima della polizia”

Il mistero attorno alla morte di Marco Pantani si infittisce sempre di più: prima della polizia, nel residence di Rimini in cui morì il ciclista, entrarono altre due persone.

A vent’anni di distanza dalla morte del campione Marco Pantani – era il 14 febbraio 2004 quando il ciclista veniva trovato senza vita nella stanza del residence riminese “Le Rose” – emergono nuovi dettagli che gettano ulteriori ombre su questo caso di cronaca.

il ciclista Marco Pantani
Marco Pantani: emergono nuovi particolari sulla morte (Trendynews.it)

Ombre che, nella fattispecie, sono state portate alla luce dall’inchiesta per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista. Le ricerche, traducendo, si collegano all’espulsione del Pirata dal Giro d’Italia 1999, quando Pantani venne sottoposto a un test antidoping, poi fallito, a Madonna di Campiglio.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Sandro Raimondi e affidata alla pm Patrizia Foiera, si concentra su un presunto giro di scommesse manovrato dalla camorra, il cui obiettivo sarebbe stato quello di escludere il campione di Cesenatico dalla vittoria del Giro d’Italia.

Marco Pantani, altre due persone nel residence “Le Rose”: entrarono prima dei poliziotti

Nel residence “Le Rose”, più precisamente nella stanza in cui, il 14 febbraio 2024, moriva Marco Pantani, non entrarono esclusivamente i poliziotti. Questa la testimonianza dei due agenti della Procura di Trento che, vent’anni fa, vennero inviati sul posto per eseguire i rilievi del caso.

Marco Pantani durante una gara
Morte Marco Pantani: altre persone nella sua camera a Rimini (Trendynews.it)

Ci dissero che io e il mio collega avremmo dovuto aspettare fuori“, “Prima di noi entrarono altri nella camera in cui morì Pantani“. Queste le testimonianze emerse nell’ambito dell’indagine, coordinata dalla pm Patrizia Foiera, che sta cercando di far luce sul presunto giro di scommesse legato alla morte del ciclista di Cesenatico.

Agli occhi degli agenti sentiti, il fatto che altre persone avessero accesso alla stanza prima della scientifica è parso alquanto strano. Una testimonianza, quella dei poliziotti, su cui Foiera sta andando a fondo, e che ha previsto l’interrogatorio di una decina di persone informate sui fatti.

L’obiettivo? Cercare di far luce sull’evento, risalente al giugno 1999, che pose fine alla carriera di Pantani come ciclista (e forse, secondo alcuni sospetti, anche a quella del Pantani “uomo”). Sul fatto, cioè, che il ciclista ai vertici del Giro d’Italia – il quale, in quei giorni, aveva appena vinto la tappa fino a Madonna di Campiglio – venne squalificato in seguito a un prelievo del sangue eseguito dall’Unione ciclistica internazionale.

Le ipotesi? Che le provette di sangue prelevate a Marco – le quali, peraltro, non furono contrassegnate col suo nome, ma solo con il numero “11440” – siano state manipolate dalla camorra.

Morte Marco Pantani: parla l’avvocato della mamma del Pirata, Fiorenzo Alessi

Numerose sono state le inchieste aperte per tentare di comprendere cosa sia accaduto in quel giugno 1999. La procura di Trento, nella fattispecie, ha acquisito da quella di Forlì una serie di documenti che starebbero consentendo di far luce sull’esclusione del Pirata dal Giro d’Italia.

L’ipotesi è che i test effettuati al termine della tappa a Madonna di Campiglio siano stati alterati proprio per far fuori il campione dalla gara ciclistica, in maniera tale che la sua vittoria non interferisse con il giro di scommesse collegato alla camorra.

Dalle carte – spiega Fiorenzo Alessi, legale della mamma di Pantani – emergono elementi che quel controllo non sia stato fatto secondo i crismi di legge con condotte che avrebbero potuto interferire sul campione ematico“. Sul sospetto della manipolazione e su tutto ciò che ne è conseguito, conclude l’avvocato, “ora c’è un buon lavoro di indagine congiunto con la magistratura“.

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