Morte Manuel Mastrapasqua, emergono nuovi dettagli dalla confessione di Daniele Rezza: “Ho capito che era morto guardando TikTok”.
Ieri, lunedì 14 ottobre, il gip di Rozzano ha interrogato Daniele Rezza, il 19enne responsabile dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre.
Fino a ieri, i dettagli resi noti erano che Rezza, uscito di casa “perché nervoso“, aveva incontrato sulla propria strada il 31enne Mastrapasqua, che non conosceva. Dopo avergli sottratto gli auricolari che l’uomo teneva al collo, tra i due sarebbe scoppia una rissa terminata con l’accoltellamento al torace della vittima.
Ieri, l’interrogatorio a cui è stato sottoposto il 19enne ha fatto emergere inediti, sconcertanti dettagli non solo in merito a quella notte, ma anche alla mattina seguente. Una tra le tante frasi pronunciate da Rezza al gip? “Ho scoperto che era morto grazie a TikTok“.
Daniele Rezza, nuovi dettagli sull’omicidio di Manuel Mastrapasqua: “Ho scoperto che era morto su TikTok”
Non è un mistero rimasto insoluto, a differenza di tanti altri, quello della morte di Manuel Mastrapasqua. La polfer di Alessandria, dopo aver individuato Daniele Rezza che, insieme al padre, si stava recando presso la stazione di Pieve Emanuele per espatriare, lo ha subito intercettato e bloccato.
Ieri, durante l’interrogatorio per la convalida dell’arresto davanti al gip, il 19enne ha scelto di parlare. Nella sua confessione, Rezza ha asserito che, complice l’influenza dell’alcol, il suo intento, alla vista di Mastrapasqua, era di “sottrargli tutto ciò che possedeva” con lo scopo di rivenderlo.
Dinanzi al diniego del 31enne è dunque nata una colluttazione, durante la quale Rezza, che si era portato un coltello da cucina da casa, ha pensato bene di conficcarlo nel torace dello sventurato.
“L’ho estratto nell’immediato, non ho visto sangue e sono scappato subito dopo averlo accoltellato“, ha spiegato il 19enne al gip. Asserendo anche di non essersi reso conto della morte del giovane fino a che, il mattino seguente, non ha deciso di aprire i social.
“Ho aperto TikTok, ho visto la notizia di un ragazzo morto a Rozzano e ho pensato che ero stato io“, ha ammesso Rezza durante l’interrogatorio. Non mancando di tirare in ballo i propri genitori: “Mio padre era convinto che fosse stato qualcun altro, nonostante io glielo avessi confessato. Non ci credeva“.
Daniele Rezza, per il gip Domenico Santoro c’è “un grave quadro indiziario della volontà omicida”
Le cuffie gliele aveva sottratte per rivenderle, proprio come spiegato in sede di interrogatorio. Dal racconto, a cui il giovane non si è sottratto, il gip Domenico Santoro ha raccolto quanto segue: “Un grave quadro indiziario della volontà omicida“.
Secondo il rapporto, il tipo di arma impiegata per assalire Mastrapasqua, la posizione tra aggressore e vittima, nonché la breve distanza da cui è stata inferta la coltellata e la parte del corpo scelta, il torace, sarebbero indizi di per sé sufficienti a confermare l’ipotesi della volontà omicida.
Il gip, pertanto, ha convalidato il fermo e il carcere per Rezza, “senza che spazio possa in atto aprirsi a dubbi sul reale suo intento“. Il 19enne, nel commentare quanto da lui stesso commesso, si è espresso in questi termini: “Ho tolto la vita a un cristiano che è figlio di qualcuno. Anche mio padre e mia madre, dargli questa disgrazia. Non se lo sarebbero mai aspettato“.