Caso Visibilia: il gup ha ammesso tre azionisti come parte civile al processo contro Daniela Santanché, ministra del Turismo del Governo italiano.
L’udienza preliminare del processo per falso in bilancio a carico di Daniela Santanché, tenutasi ieri, ha visto la ministra del Turismo del Governo Meloni, imputata insieme ad altre 16 persone, non presentarsi in aula. Il prossimo appuntamento con la questione cade invece mercoledì 9 ottobre prossimo.
In quella data, infatti, è fissata l’altra udienza preliminare dove si discuterà l’ipotesi di truffa ai danni dell’Inps. Al centro vi saranno i presunti illeciti nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid per alcuni dipendenti di Visibilia, gruppo fondato dalla senatrice di FdI, e dal quale ha dismesso quote e cariche ormai nel 2022.
La grande novità, legata all’udienza tenutasi ieri, riguarda però l‘ammissione di tre azionisti su cinque come parti civili nel processo. Azionisti che, nei confronti di Santanché, sono stati più che espliciti: “Rivogliamo i soldi dei nostri investimenti“.
L’inchiesta sul caso Visibilia, concretizzatasi lo scorso luglio con il rinvio a giudizio di Daniela Santanché e di altre 16 persone, è incominciata svariati anni fa. Oltre alla ministra del Turismo italiana, peraltro, sono iscritti nel registro degli indagati anche il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero.
L’accusa è di aver falsificato i bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl. Se questi fossero stati corretti, sostiene l’impianto accusatorio, sarebbe infatti emerso un buco di capitale societario risalente già al bilancio 2016 per Visibilia Editore spa, e al bilancio 2021 per Visibilia Editrice srl.
Ad accorgersi dei conti che non tornavano fu, tra gli altri, Giuseppe Zeno, socio d’affari di Santanché, ammesso dal gup come parte civile al processo. L’uomo, sostenuto dall’avvocato Antonio Piantadosi, pretende di essere risarcito di quasi 180mila euro. “La somma – spiega – versata per l’acquisto delle azioni di Visibilia Editore spa, il cui valore è pari a zero, essendo stato il titolo sospeso dalla negoziazione alla borsa valori in data 4 marzo 2024“.
Proprio come Zeno, altri due azionisti di Visibilia sono stati ammessi come parte civile nel processo. I tre sarebbero stati i primi ad accorgersi della falsità di quanto dichiarato in sede di bilancio.
A fronte delle innumerevoli richieste di chiarimento inviate a Banca d’Italia, Consob e altri enti istituzionali di tipo economico-finanziario, rimaste senza risposta, la scelta dei soci di Santanché è stata quella di procedere per vie legali.
Solo a tre azionisti su cinque, però, sarà concesso di avanzare pretese nei confronti degli imputati, e limitatamente al primo capo d’imputazione (falso in bilancio). La decisione dei pm, rinviata al 17 ottobre, sarà seguita da altre udienze, così calendarizzate: 30 ottobre, 21, 22, 25 e 26 novembre.
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