Hai trovato una chiamata persa da uno di questi numeri? Evita assolutamente di richiamare: corri il rischio di essere truffato.
Chiamate perse, numeri sospetti nella nostra rubrica telefonica e passaggi che non tornano. Che fare quando una telefonata inaspettata, peraltro con un prefisso a noi sconosciuto, compare sullo schermo del nostro telefonino?
Non è necessario girarci attorno più di tanto. Nella stragrande maggioranza dei casi, quella che ti è arrivata è una truffa telefonica bella e buona. Pertanto, il primo passaggio che devi tassativamente evitare di compiere è quello di richiamare, nel caso in cui si tratti di una chiamata persa.
La chiamano “wangiri”, anche detta “truffa dello squillo”. Una strategia ingannevole tornata in auge proprio di recente, il cui obiettivo è proprio quello che ti segnalavamo: indurti a richiamare, ma con l’intento di spillarti quanti più soldi possibili.
Chiamate sospette: come mi accorgo che è una truffa
Riuscire a beccare con anticipo la truffa del wangiri non è così semplice come penseremmo. D’altro canto, di operazioni di questo genere ne vengono commesse talmente tante che si finisce per perdere il conto (qui per scoprire il raggiro di cui potresti essere vittima, nel caso tu possegga una Postepay).
Innanzitutto, la telefonata persa deve porti in allarme di fronte ai seguenti prefissi: Kosovo (+383), Tunisia (+216), Inghilterra (+44), Bielorussia (+375), Tanzania (+255) e Moldavia (+373).
La tecnica di raggiro, solitamente, è sempre la medesima: si tratta di squilli brevi, a cui è impossibile rispondere in tempo, che inducono la vittima a richiamare per scoprire di cosa si trattasse. Nel momento in cui si telefona, l’iter è quello di venire indirizzati a servizi telefonici che prevedono il pagamento di tariffe piuttosto alte.
Solitamente, queste telefonate vengono effettuate in orari scomodi (durante la notte, ad esempio). In questo modo, il truffatore si assicura che, dall’altra parte, non ci sia nessuno che alzi la cornetta. L’ammontare degli addebiti a carico del malcapitato, in certi casi, può arrivare fino a 1,50 euro spesi al secondo.
Questi, in sintesi, sono gli estremi per riconoscere la truffa dello squillo da una semplice chiamata persa. Nel paragrafo successivo, a tal proposito, ti sveleremo come difenderti da fenomeni di questo genere.
Come evitare le truffe telefoniche
Come evitare che la prossima vittima del “wangiri” sia proprio tu? Il primo passo, anche se potrebbe sembrare banale ribadirlo, è quello di non richiamare mai numeri sconosciuti che inizino proprio con i prefissi sopra indicati. Nella stragrande maggioranza dei casi, finiresti per ritrovarti vittima di un raggiro.
Un ulteriore passo è quello di contattare il tuo operatore telefonico, al quale puoi chiedere di bloccare in automatico tutte le chiamate che provengano da numeri internazionali.
Contestualmente, infine, sarebbe bene che tu ignorassi qualunque tipo di link o di messaggio ambiguo che ricevi tramite sms, mail o su WhatsApp. In caso di dubbio, puoi sempre scegliere di segnalare l’anomalia al tuo gestore telefonico, che ti aiuterà a prevenire i rischi.