Addio a bollettini e raccomandate? L’ipotesi potrebbe presto realtà: ecco perché alla Posta potrebbe non essere più possibile pagarli.
Bollettini e raccomandate potrebbero essere solo un lontano ricordo. In un futuro non troppo lontano, Poste Italiane potrebbe rinunciare a offrire questo servizio, considerato troppo “rischioso”. A renderlo noto è stato l’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante. Rispondendo in un’audizione in Commissione Trasporti della Camera sui risultati e le prospettive della società, Del Fante ha esposto le criticità dell’attuale situazione.
Poste Italiane S. p. A. è la più grande infrastruttura in Italia che opera nel recapito, nella logistica, nel settore del risparmio e nei servizi finanziari e assicurativi. Poste Italiane negli ultimi anni ha raggiunto numeri importanti, con ricavi in crescita del 13% in più rispetto allo scorso anno. L’azienda ha oggi quasi tredicimila uffici dislocati in tutto il territorio nazionale e oltre centoventuno mila dipendenti. Dalle parole dell’Amministratore Delegato Del Fante emerge come Poste si sia trasformata ormai in «un’azienda di mercato». Oggi, aggiunge l’AD, «non conviene più essere fornitore del servizio universale». Ma che cosa potrebbe implicare tutto ciò?
La concessione del contratto di programma per il servizio universale stipulata tra Poste Italiane e lo Stato scadrà nel 2026, dopo una proroga di 16 mesi. In un’audizione in Commissione Trasporti della Camera sui risultati e le prospettive della società, l’Amministratore Delegato di Poste Italiane ha spiegato quali potrebbero essere i risvolti successivi alla scadenza della concessione.
Secondo le parole di Matteo Del Fante, Poste potrebbe non essere più interessata a svolgere il servizio legato a bollettini e raccomandate, che rappresentano è «un rischio reale». L’AD ha messo in evidenza le criticità attuali, spiegando che l’azienda è «strutturalmente sotto compensata da 10 anni per i servizi che facciamo: l’azienda ha una percentuale ormai ampiamente inferiore al 10% di attività negli uffici dovuti al servizio universale, ormai stiamo andando verso il 5%, con un restante 95% di quote di mercato».
Poste Italiane rappresenta la più grande realtà del comparto logistico in Italia. Tra i molteplici servizi messi a disposizione vi sono anche vantaggiose offerte per il gas, l’energia e la luce. Il Garante delle concorrenza ha chiesto a Poste di aprire i propri uffici ai competitor per la vendita di energia, uno scenario «non percorribile» secondo Del Fante. L’AD ha evidenziato l’esigenza che l’azienda ha di «operare sul libero mercato in concorrenza con altri operatori». Se la situazione rimanesse come quella attuale «a Poste non converrebbe più essere fornitore del servizio universale».
L’ipotesi di privatizzazione della società, sulla quale sta lavorando il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non è stata commentata dall’AD di Poste. Del Fante ha solo evidenziato che l’azienda: «fa una attività sul mercato, ha un piano industriale ufficiale con dei numeri. E siamo valutati dal mercato e dai nostri azionisti sulla base della capacità o meno di rispettare quel piano».
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