Settembre è il mese di ripartenza dopo le vacanze estive: ricominciano le scuole e tutte le attività connesse, compreso lo sport. Ma se un bambino non lo ha praticato finora, quali primi passi compiere per scegliere quello giusto e capire quand’è arrivato il momento adatto?
Arrivati a questo punto dell’anno, quando si ha figli piccoli ci si chiede se a settembre debba cominciare solamente la scuola o anche l’attività sportiva. Nei confronti di un bambino che ancora non ha praticato alcuno sport, è possibile che sorgano dei dubbi riguardo l’età giusta per iscriverlo ad un corso e, soprattutto, in merito alla scelta di quello giusto, che possa coinvolgerlo, appassionarlo e non annoiarlo, lasciando che benefici di tutti gli aspetti positivi correlati.
Non a caso, in questo periodo dell’anno si organizzano diversi workshop che trattano proprio il tema dello sport con le famiglie che contano figli più piccoli alle prime armi. Appare come una tematica piuttosto delicata da affrontare ed è bene far chiarezza riguardo aspetti che ancora oggi appaiono controversi. L’autunno coincide con la ripresa della stagione sportiva giovanile, tuttavia molti genitori oggi non sanno come aiutare figli spaesati ed indecisi. Per il benessere dei bambini, entriamo nei dettagli di questo argomento per imparare ad orientarsi meglio.
A quale età un bambino deve iniziare a fare sport?
Stando alle linee guida rilasciate dall’OMS e dal Ministero della Salute, tanto per il benessere fisico quanto mentale, un bambino dovrebbe iniziare a svolgere attività fisica fin dalla tenera età, seguendo modi e tempi che variano in base alla crescita e allo sviluppo del singolo. Partendo dall’inizio, chiariamo che uno stile di vita attivo è fondamentale già in fase preconcezionale e nel periodo di gestazione per garantire una buona salute del bambino durante tutta la sua crescita.
Già nei primi mesi di vita del bambino, i genitori possono stimolare il movimento e lo sviluppo della muscolatura cambiando spesso posizione o lasciandolo a pancia in giù inizialmente solo per pochi minuti, poi aumentando progressivamente con il tempo. Lo sviluppo psicomotorio in un bambino è strettamente connesso al tempo che trascorre sul pavimento, a pancia a terra. Dovrebbe trascorrere il meno tempo possibile fermo in carrozzina, sul seggiolone o davanti ad uno schermo. E’ bene organizzare e mettere in sicurezza l’ambiente affinché il bambino possa imparare a muoversi e giocare.
Poi, già dall’1 ai 4 anni di età, i bambini dovrebbero praticare almeno 3 ore di movimento al giorno, di varia intensità. Tra i 3 e i 5 anni, inizieranno ad acquisire uno schema motorio coordinato nel camminare, correre e mettere in atto gesti atletici (si pensi al calciare il pallone, nuotare ecc.). E’ in questa fase che si dovrebbe stimolare il bambino all’avvio di un’attività fisica specifica che possa aiutarlo ed accompagnarlo nel suo sviluppo. Dai 5 agli 11 anni di età, dovrebbe praticare una media di 60 minuti al giorno di attività di intensità moderata-vigorosa.
Come scegliere lo sport giusto per un bambino
In quanto alla scelta dello sport giusto, va considerata la fascia d’età del bambino. A quattro anni è opportuno prediligere attività che invitino ad utilizzare tutto il corpo affinché possa rafforzare le competenze motorie che porterà con sé tutta la vita. A tal proposito, i genitori possono spingerlo verso il nuoto, che oltre ad essere un’attività completa, permette di acquisire confidenza con l’acqua riducendo il rischio di fobie o incertezze future.
A 5 anni, il bambino è in grado di associare l’attività fisica ad una specifica finalità, come vincere una gara. Per questo è consigliato uno sport come atletica leggera, che lascia sperimentare sé stessi in attività come corsa e salto, permettendo di sviluppare quel senso di sana competizione alla base dello sport. Allo stesso modo, ginnastica ritmica o artistica aiutano lo sviluppo della coordinazione, dell’equilibrio e l’interazione neuro-muscolare.
Dai 6 anni, arriva il momento giusto per gli sport di squadra, quali calcio, basket, pallavolo, rugby. In questo caso affinerà la capacità di rapportarsi con gli altri e collaborare in vista di un obiettivo comune. Qui apprenderà anche a comprendere e memorizzare regole più complesse. Da non sottovalutare le arti marziali: questa scelta consentirà, in aggiunta, di imparare a canalizzare l’esuberanza tipica della giovinezza.
Dai 7 anni, via libera agli sport che implichino l’utilizzo di uno strumento come tennis, scherma o ciclismo. Invece, dagli 8-9 anni è bene assecondare le preferenze del bambino e lasciarlo libero di scegliere ciò che preferisce. Se nel corso della crescita ha potuto sperimentare diverse realtà e sviluppare competenze su diversi fronti, avrà potuto maturare una passione per un’attività in particolare.